Il superwine del “Gallo Nero” : l’evoluzione costante senza perdere le proprie radici
Giorgia Dal Soglio – 4 Marzo 2021

Arrivata in Toscana, nel territorio del “Gallo Nero” ero alla ricerca di qualcosa di diverso, che mi portasse nel cuore della tradizione Toscana, ma con quella scintilla di follia, che solo un ricercatore sapiente può dare.
Durante il viaggio nel territorio del Chianti i paesaggi cambiano velocemente, rendendo lo sfondo quasi fluido…mai fermo. Colline verdi intramezzate da ampi appezzamenti coltivati a cereali. Uliveti secolari tra i quali passa una ventata di storia e salsedine che rendono il paesaggio unico e in continua evoluzione.
LA GRANDEZZA DELL’UOMO E’ DI ESSERE UN PONTE E NON UNO SCOPO.

Voglio partire da questa frase di Nietzsche per parlare di uno dei primi produttori che mi ha più emozionato: Leonardo Beconcini della Pietro Beconcini Agricola a San Miniato.
Lui, nato e cresciuto tra i filari di quelle vigne che pochi consideravano, sempre attento alla ricerca e al mantenimento delle tradizioni del territorio.
Lui è il nostro ponte. Nel 1993 ha inizio la sua ricerca tra le viti secolari di X, “l’ignoto”. Così chiamate fino a quando non è stato possibile sequenziare il DNA e riconoscere l’identità di queste antiche uve: Tempranillo.
Un ponte però non si può costruire da soli, nel 1997 una man forte di donna si è unita a Leonardo : Eva, compagna, moglie e mamma di un bambino splendido e super riccioluto.
Una donna, di quelle con la D maiuscola che ha sacrificato il suo futuro di architetto per seguire la follia creativa di Leonardo. Lo aiuta nella sua continua ricerca e, per chiunque ne voglia sapere di più sul territorio, è un pozzo di saggezza e cultura popolare del proprio territorio.

Per datare l’arrivo delle vigne, si deve tornare indietro fino al 1700: quando la Via Francigena era “l’autostrada” per Roma, per pellegrini, famiglie, studenti e commercio. Le direttrici di questa via erano due: Canterbury e Santiago de Compostela. Proprio da quest’ultimo luogo si ipotizza arrivino queste piante.
San Miniato è stato un luogo di culto molto importante nei secoli e sede della curia vescovile, che coltivava i campi di proprietà. Non esistevano vivai all’epoca, dove poter comprare le barbatelle pronte per essere messe ad impianto, in più queste erano difficili da trasportare in fasci ingombranti. La propagazione della vite avveniva per via seminativa.
Durante il sequenziamento del genoma della vite “X” sono stati trovati parti del patrimonio genetico del Tempranillo, ma con le differenze dovute all’evoluzione della vite da seme.
Leonardo ha saputo studiare nel tempo le potenzialità del Tempranillo, come un padre paziente che guarda il suo figlio crescere ed evolvere. Da questa lenta ricerca ha saputo dar origine a prodotti unici, territoriali ed esplosivi.

Mr X ha dato origine a diversi vini, dove il più iconico, proprio, per il nome, è l’IXE, nome derivante proprio dal dialetto Toscano.
E’ un Tempranillo da vigne nuove, che viene vendemmiato a mano all’inizio di Settembre. La vinificazione avviene in cemento con solo l’uso dei lieviti indigeni e una macerazione di 25 giorni.
Il riposo del guerriero X avviene per una parte in rovere francese e per l’altra in cemento, cullato dalle brezze marine provenienti dalla costa.

L’azienda Pietro Beconcini non è solo votata alla valorizzazione del Tempranillo, ma è anche attenta custode della tradizione attraverso l’utilizzo di botti grandi e del cemento, il quale richiede una grande conoscenza e capacità per sfruttare a pieno le qualità di questo materiale.
La passione e la dedizione al proprio territorio, rivalutandolo con fatica, rendono questa azienda la perfetta portabandiera del Made in Tuscany.
Un esempio di superuomo e superdonna che danno voce forte e gran valore al territorio del Chianti, nonché custodi dell’italianità, alla quale non è data abbastanza importanza.